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Come affrontare con successo l’intervista di selezione.

Articolo di Mariano PIZZO



Nel nostro Paese, la pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo, hanno contribuito a peggiorare un mercato del lavoro reso già critico da un’offerta occupazionale carente (più a sud che al nord dell’Italia) e che con difficoltà incontra le competenze professionali richieste. Questa situazione vale soprattutto per i nostri giovani i quali, grazie anche a una trasformazione sociale in atto in senso nichilistico, non sono molto proattivi nella ricerca di lavoro e molti di loro presentano una sorta di analfabetismo funzionale, per cui, ad esempio, non riflettono abbastanza sulle proprie competenze rispetto a quelle richieste in ambito professionale e hanno difficoltà a reperire le informazioni necessarie per trovare le offerte occupazionali, sia in Italia che all’estero.

Di seguito, sulla base di quanto già ampiamente suggerito dagli esperti del settore, saranno riepilogati gli aspetti essenziali di cui ogni giovane dovrebbe tenere conto per ottenere successo nella ricerca di occupazione, in particolare per affrontare l’intervista di selezione.

Per chi è in cerca di lavoro, una delle prime attività è consultare i mezzi di comunicazione dedicati (es. giornali, siti internet dedicati, Gazzette Ufficiali), selezionando quelle offerte che incontrano le proprie competenze, in termini di: conoscenze (es. titoli di studio, corsi frequentati, ecc.), competenze specifiche o tecniche (es. conoscenze informatiche o linguistiche), competenze trasversali (es. propensione ad apprendere, disponibilità a lavorare in gruppo, ecc.), abilità (es. attenzione, memoria, forza fisica, ecc.) e altro (es. valori, precedenti di mestiere, ecc.).

Quando si è deciso di partecipare ad un concorso è fondamentale prestare molta attenzione sulla figura professionale che l’azienda sta cercando e preparare con scrupolo ogni prova di selezione e i documenti richiesti. In particolare, è necessario preparare un curriculum vitae, utilizzando un formato standard europeo che va comunque adattato alla propria persona. È consigliabile scrivere un curriculum non molto lungo (circa 2 o 3 pagine) e che, fra le proprie esperienze e competenze, vengano elencate e valorizzate soprattutto quelle richieste dal concorso. Ricordiamo di dare particolare evidenza ai dati anagrafici e ai contatti (es. mail e telefonici) e concludere dando il proprio consenso al trattamento dei dati (Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196).

In questa fase preliminare qualcuno prova a superare le naturali preoccupazioni ricercando informazioni e rassicurazioni su come bisogna presentarsi o su ciò che bisogna dire o fare. Le informazioni ottenute, per esempio attraverso internet o conoscenti, alcune volte possono essere utili, in altri casi possono generare maggiore confusione o false aspettative. Ad ogni modo bisogna diffidare di chi promette qualcosa.

Fra le prove da sostenete vi è anche il colloquio e a questo proposito è necessario fare una distinzione fra l’intervista di selezione, svolta da psicologi, e il più generico colloquio di lavoro, svolto da personale dell’azienda appositamente formato; la prima rappresenta uno strumento tecnico di conoscenza e di valutazione scientificamente ben definito, in cui il giudizio finale è il risultato dell’analisi coerente fra una serie di elementi oggettivi (es. verbali, non verbali e risultati testologici) della personalità del candidato, mentre il secondo è meno strutturato e si basa prevalentemente sull’esperienza e il modo di essere dell’intervistatore. L’intervista di selezione, comunque, per le sue caratteristiche professionali, è lo strumento necessario per la comprensione e la valutazione delle caratteristiche di personalità del concorrente e risponde alle norme deontologiche (es. equità, trasparenza, rispetto della persona, segreto professionale) della professione di psicologo.

In ogni caso, per affrontare il colloquio è necessario prepararsi con responsabilità, dimostrando fiducia in se stessi e accogliendo con naturalezza la preoccupazione per la prova, cercando di non alimentarla o aumentarla con pensieri o credenze immotivate, ritenendola quasi “uno scontro” fra intervistatore e intervistato. In generale, per affrontare con successo il colloquio, al di là delle peculiarità di ogni incontro relativo al contesto e agli attori coinvolti, bisogna predisporsi in maniera positiva, in particolare approfondendo tre aspetti fondamentali:

Ø l’autopresentazione;

Ø la conoscenza del ruolo per cui si concorre e l’organizzazione che offre l’opportunità di lavoro;

Ø le motivazioni che sono alla base della scelta di partecipare al concorso.

Per quanto riguarda il primo aspetto è necessario riassumere verbalmente le notizie personali essenziali (es. nome, cognome, luogo di provenienza, genitori, titolo di studio, ecc.) e descrivere il proprio carattere (aspetti positivi e negativi), mettendo in evidenza le eventuali esperienze di lavoro e le caratteristiche di personalità positive e/o competenze che possono interessare l’organizzazione.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, è opportuno ricercare quanto più possibile informazioni, per esempio attraverso i mass media o conoscenti, su come è costituita l’organizzazione, su quale mercato opera, la sua finalità e la sua storia, oltre alla posizione organizzativa del ruolo, le competenze richieste per ricoprirlo, i compiti o le attività che dovrà svolgere, la sua formazione, quanto probabilmente è il guadagno iniziale, le prospettive di carriera e quanto altro dimostri il proprio grado elevato di investimento sul concorso.

Per l’ultimo aspetto, invece, è necessario ricercare una motivazione matura, che sia coerente con i bisogni attuali di crescita, di autonomia, di coerenza con il proprio modo di essere per evitare di rispondere in maniera superficiale o non appropriata, come: “ho sempre desiderato di fare questo lavoro” oppure “mi è sempre piaciuto fin da quando ero piccolo”.

È consigliabile ripetere ad alta voce le caratteristiche dei tre aspetti, in maniera tale da acquisire la sicurezza necessaria per contenere successivamente l’ansia durante il colloquio.

Quando sarà il momento di presentarsi, è opportuno comportarsi sempre in maniera educata e rispettosa del contesto durante tutto il processo di valutazione, anche nel modo di vestire; inoltre, dimostrarsi fiduciosi nel compilare eventuali test di personalità e il questionario biografico, consapevoli che non vi è nulla di negativo da nascondere della propria persona e che le informazioni fornite sono necessarie per farsi conoscere e per orientare il successivo colloquio; a questo proposito basta rispondere in maniera sincera, appropriata e coerente, non fissarsi su qualche domanda particolare, rispettare i tempi a disposizione ed esercitarsi in precedenza su eventuali test di intelligenza e sulle prove di cultura generale.

Nel caso di non idoneità, comunque, il giudizio è relativo a quel momento e per quel lavoro specifico, non significa, quindi, essere non idonei come persona o nella vita. Al contrario, bisogna contenere le emozioni di rabbia e frustrazione del momento, facendo tesoro dell’esperienza per comprendere se veramente si è portati per quel lavoro, oppure se si possiedono le caratteristiche per riuscire in un altro impiego.

Indipendentemente dall’esito del vostro concorso, comunque, l’augurio è che tutto vada nel miglior modo possibile per la vostra vita, in modo tale da realizzarvi come persone, seguendo delle scelte chiare, etiche e coerenti con il vostro modo di essere.


Riferimenti bibliografici


Magg. Co. sa. (psi.) Mariano Pizzo: “Fiducia e ottimismo, come affrontare la prova psico-attitudinale”; in Rivista Militare, Roma, n. 1, marzo 2021.

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